Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene". Tema: la facoltà dell'anima di conoscere il vero.

giovedì 1 aprile 2010

Regioniamoci su: chi ha vinto queste elezioni?

In Italia le Regioni sono 20, di cui una divisa nelle Province autonome di Trento e Bolzano. In questa tornata elettorale non si è votato in 7 Regioni: quattro sono del centro-destra (Friuli, Sardegna, Abruzzo e Molise), mezza è del centro-sinistra, ossia la Provincia di Trento, due sono autonome (Valle d’Aosta e Bolzano) e un discorso a parte vale per la Sicilia, il cui governatore, dopo essere stato eletto con l’appoggio del PdL, ha fatto un rimpasto con il PD, dichiarando anche che il Berlusconismo è al tramonto. Quindi senza tener conto di quest’ultima Regione, la situazione precedente a queste votazioni era di 12 a 6, poichè nelle 13 in cui si è votato solo Lombardia e Veneto erano del centro-destra.
Quindi, nonostante in questa tornata elettorale figuri un 7 a 6 per il centro-sinistra, il risultato complessivo è positivo per il centro-destra, essendosi ribaltata la situazione: da un 12 a 6, ad un 8 a 10. E il grande cambiamento non riguarda solo il numero di Regioni, ma anche la quantità di persone che saranno amministrate dalla destra anzichè dalla sinistra: 17milioni tra Campania, Calabria, Lazio e Piemonte. La destra si è inoltre confermata in Lombardia e in Veneto. La sinistra ha mantenuto solo Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Puglia e Basilicata.

Riscontrata la vittoria del centro-destra, è opportuno trattare i singoli dati a livello nazionale. Non solo è opportuno, ma è anche necessario inoltrarsi in questo tipo di analisi, perchè nonostante siano state elezioni regionali, i temi trattati in campagna elettorale sono stati sempre gli stessi, incastonati nella continua lotta tra Governo ed Opposizione, lotta che non permette di concentrarsi sugli argomenti rispetto ai quali i futuri eletti saranno effettivamente chiamati a decidere. Lo stesso vale per qualsiasi altra occasione in cui il Cittadino è chiamato ad esprimersi: per le Europee si è sentito poco parlare di Europa, e lo stesso vale per le Provinciali e le Comunali. Addirittura in un piccolo comune di 20mila abitanti, ho sentito il candidato PdL vantarsi dei rifiuti di Napoli e del terremoto de L’Aquila.
Detto ciò risulta chiaro come ad ogni elezione, ai Partiti interessi di più avere un riscontro generale della situazione, che occuparsi delle proposte utili per le votazioni. Basti vedere come si è speso il nostro Presidente del Consiglio nell’ultimo mese, facendo anche giurare i candidati presidenti di rispettare il programma da lui dettato.

Elemento protagonista è stata l’astensione, un italiano su tre non ha votato. Le cause possono essere molteplici, ma non è questa la sede per indagarle. Ci sono anche altri dati molto significativi. Delle 26milioni di persone che hanno votato (che sono il 64% dei 41milioni aventi diritto in queste 13Regioni), 1milione non ha espresso validamente il proprio voto. Ciò vuol dire che il 4% di quelli che hanno votato ha invalidato il proprio voto,vuoi di proposito (magari lasciando in bianco o insultando) vuoi per errore. Di quelli che hanno espresso validamente il proprio voto, il 10% (2milioni 700mila) ha votato solo per la lista regionale e non per quella provinciale.
Dai listini si può dedurre il risultato generale delle coalizioni prese per intero: si vede dunque che il centro-destra ho ottenuto 12milioni 160mila voti, contro gli 11milioni del centro-sinistra.
Per vedere i dati del singolo Partito dobbiamo invece riferirci alle liste provinciali, per le quali hanno votato solo 22,5 milioni di persone, praticamente la metà del totale.
A questo dato sconcertante, aggiungerei quante preferenze sono state espresse, in risposta a quelli (tra cui ci sono anch’io) che sostengono la reintroduzione delle preferenze anche per le Elezioni Politiche. Per ricavare il dato percentuale, mi sono riferito solo alla provincia di Milano, che suppongo possa essere un buon esempio. Le preferenze espresse, rispetto al numero dei voti dati alla lista, vanno dal 6% di Forza Nuova, al 30,6% di Rifondazione Comunista, ma in generale la media è attestabile intorno al 20% (29%PdL-16%Lega-21%PD-16%IdV-23%UdC-29%Sinistra e Libertà). Ciò significa che 4 elettori su 5, pur potendo, non hanno espresso la preferenza. Il che sembra piuttosto poco in un Paese che si continua a lamentare dello scarso peso decisionale del singolo cittadino.

Vediamo quindi come sono andati i singoli partiti, nel cui conteggio dei voti tengo conto anche delle liste civiche del candidato presidente, i cui voti sono presumibilmente da attribuire al rispettivo partito.
Pdl- 7milioni 216mila (32,1%) (inclusi in particolare anche i 640mila voti della lista Polverini)
PD- 6milioni 304mila (28,1%)
LegaNord- 2milioni 811mila (12,5%)
IdV- 1milione 585mila (7,1%)
UdC- 1milione 532mila (6,8%)(775mila da sola-170mila a sx-506mila a dx)
Sinistra e Libertà- 679mila (3%)
RifondazioneComunista- 616mila (2,8%)
Il PdL ha quindi preso 1milione di voti più del PD, ma in un turno elettorale, un Partito, per sentirsi ed essere effettivamente vincitore, deve essere migliorato rispetto all’elezione precedente, che così può essere presa a parametro della reazione dei Cittadini alle proprie azioni tra le due votazioni, vedere se premiano o castigano.
Mi sembra inutile andare a guardare le precedenti Regionali del 2005, o le Politiche del 2008, perchè come ho già detto prima, qualsiasi votazione assume sempre valenza nazionale. Confrontiamo quindi questi dati con quelli delle Europee di giugno 2009, che risalgono a 10mesi fa, facendo però alcune annotazioni.
Anzitutto le Europee, nonostante la loro nazionalizzazione, destano meno interesse, e quindi il voto può essere dato più alla leggera e senza ragionare in ottica di coalizione. Secondo, possono essere date tre preferenze. Di ciò hanno approfittato alcuni partiti, in particolare PdL e IdV (quest'ultimo ha seguito il primo), che si sono giocati i volti più noti della politica nazionale, ben sapendo che anche se eletti non avrebbero rinunciato all’incarico parlamentare (vedi Berlusconi, La Russa o Di Pietro), personalizzando così il voto, ancor più che nelle odierne Regionali.
Per ottenere un dato il più vicino possibile alla realtà, al numero di voti che ogni partito a ottenuto alle Europee, vanno sottratti quelli delle sette regioni che non hanno dovuto rinnovare il proprio Consiglio Regionale. L’affluenza è stata simile (65%Europee-64%Regionali) ma tra schede invalide e liste provinciali non votate, la distanza dei voti di cui tener conto per osservare le preferenze partitiche aumenta (61%Europee-55%Regionali). Per questo pur riportandolo, il dato più rilevante non è il numero di voti, ma la percentuale dei voti sul totale. (In ogni caso un numero di voti inferiore può comunque essere segno di disaffezione).
PdL- 9milioni 230mila (37%)
PD- 6milioni 963mila (27,96%)
LegaNord- 2milioni 946mila (11,8%)
IdV- 2milioni 46mila (8,2%)
UdC- 1milione 626mila (6,5%)
Sinistra e Libertà- 834mila (3,4%)
RifondazioneComunista- 912mila (3,7%)

Vediamo quindi che tutti perdono voti: il PdL 2milioni- il PD 600mila- la Lega e l’UdC 100mila- l’IdV 500mila- Sinistra e Libertà 150mila- Rifondazione 300mila.
Osserviamo però le variazioni percentuali:

PdL -5%
Pd +0,14%
LegaNord +0,7%
IdV -1,1%
UdC +0,3%
Sinistra e Libertà -0,4%
RifondazioneComunista -0,9%

Il dato che più balza all’occhio, sono i due milioni di persone che non hanno più votato PdL e il suo calo del 5% in queste 13 regioni.
Da notare anche il Movimento 5 Stelle di Grillo, che presentandosi in appena 5 regioni, ha ottenuto ben 515mila voti, un 2,3%sul totale.
Si vede inoltre la quasi impercettibile risalita del PD e la continua crescita della Lega.
Se si andasse a votare ora per le Politiche, estendendo fittiziamente questi dati a tutte le regioni (si tratterebbe di 10milioni di persone in più), la situazione sarebbe in bilico. Ricordando infatti i dati iniziali, tra centro-destra e centro-sinistra c’è una forbice di 1milione 160mila voti. Ipotizzando un fronte unito contro la destra di Berlusconi, si può immaginare che i 506mila voti che l’UdC gli ha concesso in queste regionali, passino a sinistra,così come i 775mila ottenuti correndo da sola, allo stesso modo i 515mila dei Grillini, che pur essendo contro entrambi i poli, potrebbero anche essere disposti a ‘sacrificarsi’ per battere Berlusconi. Ci sarebbe così un rovesciamento, con una vittoria del centro-sinistra con 12milioni 700mila voti contro gli 11milioni 500mila del centro-destra.

Ho giocato molto con i numeri, ma ovviamente è bene che i voti si spostino non per essere ‘contro’ qualcuno, ma perchè ci siano state proposte degne di costituire un’alternativa valida.
Ho comunque così dimostrato, ed è importante ricordarlo, che per il momento Berlusconi non rappresenta la Maggioranza degli italiani, bensì poco più di 1/4 (per quanto riguarda queste regionali solo 12milioni su 41milioni), dovendo tener conto di astensioni e invalidità varie. Ha quindi sì l’onore di rappresentare tutti quanti, (non essendoci alternativa a un Governo della maggioranza relativa nel nostro sistema elettorale), ma contemporanemente ha il dovere di portare avanti gli interessi di tutti, e non solo quelli di coloro che lo hanno votato ed i propri. A maggior ragione quando quasi 3/4 degli italiani non lo hanno votato.
Jacopo De Angelis

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