Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene". Tema: la facoltà dell'anima di conoscere il vero.

sabato 17 aprile 2010

IL SILENZIO DEI COLPEVOLI


Dopo anni di dichiarazioni vergognose dovremmo ormai essere provati ed assuefatti dal verbo Berlusconiano, limitarci ad una indignazione "d'ufficio", ad una risatina ironica, a commentare come se stessimo riportando una nuova esilarante barzelletta sui carabinieri: " Hai sentito l'ultima dichiarazione di Berlusconi?..." e poi risate scroscianti. Eppure quando viene offesa la dignità di uomini veri come Roberto Saviano e di conseguenza di tutti i martiri della mafia, che hanno donato la loro vita per la denuncia, l'indignazione è troppa per essere taciuta e un commento pur breve deve trovare spazio almeno in questo blog visto che ai media italiani come si suol dire "non gliene po' frega de' meno". Durante la conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi il premier si scaglia deciso contro tutta la cultura italiana che denuncia (o meglio secondo lui pubblicizza) la criminalità organizzata e ce l'ha in particolare con la serie della Piovra e con Gomorra: "la mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo ma è quella più conosciuta anche per i film e le fiction che ne hanno parlato, come le serie della Piovra e in generale la letteratura, Gomorra e tutto il resto". Non è la prima volta che Berlusconi trova modo di sferrare attacchi contro questo genere di fiction e autori letterali, già il 29 novembre dello scorso anno dichiarava in un incontro tenuto ad Olbia con i giovani del Partito dell'amore: “Se trovo chi ha fatto le serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo, giuro che lo strozzo”. A parte il fatto che le fiction Tv più recenti e seguite sulla mafia, come Il capo dei Capi, L'Ultimo Padrino, Squadra Antimafia Palermo Oggi sono state prodotte dalla Taodue (società controllata da Mediaset), mandate in onda dalle reti Mediaset e che quindi come suggerito da Michele Placido (interprete di Provenzano ne "L'Ultimo Padrino") Berlusconi dovrebbe strozzarsi da solo, le mie riflessioni su queste dichiarazioni vertono essenzialmente su due punti.
In primo luogo da queste parole viene percepito un atteggiamento decisamente omertoso, Berlusconi dice che la mafia italiana è la sesta al mondo quindi in fondo non è che sia poi così pericolosa e potente (lui se ne intende), inoltre suggerisce di finirla di tirare in mezzo questi personaggi dai nomi comici come Sandokan Schiavone, Cicciotto di Mezzanotte, Ciruzzo 'o Milionario che è meglio che rimangano nell'ombra. Queste questioni vanno risolte internamente, la gente non le deve sapere, la cultura deve essere di pochi che si occupano del bene di molti, deve essere Cosa Nostra non di tutti, le persone comuni devono occuparsi di Grande Fratello e della Talpa, le dinamiche economiche dei Casalesi non devono riguardarli. Con queste dichiarazioni viene seguita alla perfezione la logica mafiosa: 1) sminuire il fenomeno mafioso 2) invitare le persone a farsi gli affari propri. Io invece vorrei un presidente del consiglio che invitasse i propri cittadini a seguire le orme dei Saviano, degli Impastato, dei Don Peppino Diana e di coloro che non stanno in silenzio anzichè additarli come spot negativi per il nostro paese. Appare lampante sotto gli occhi di tutti il paradosso per cui Berlusconi si permette di dare dell'esempio negativo a Roberto Saviano, ma perchè nessuno dice niente?, perchè non c'è stato un giornalista in grado di controribattere a questo delirio, di lasciare l'aula indignato, di chiedere se forse l'esempio negativo non fosse ospitare a casa propria per anni Mangano piuttosto che scrivere un libro di denuncia sulla camorra con tanto di nomi e cognomi? (risposta: perchè sennò veniva menato da La Russa) perchè non accade mai nulla di tutto questo in Italia? Forse la risposta sta nell'inizio di questo articolo, siamo tutti assuefatti e non diamo più peso a nulla o forse il nostro è un paese meno libero di quel che sembra. Sta di fatto che chiunque proferisca tali affermazioni senz'altro è da ritenere quantomeno connivente se non addirittura colluso.
In seconda battuta queste dichiarazioni mi danno modo di analizzare il pensiero Berlusconiano nel suo aspetto dominante, ossia l'importanza dell'apparenza. Per lui è tutto uno show. Tutto ciò che viene mostrato al pubblico deve essere perfetto, il dietro le quinte non si deve conoscere nella maniera più assoluta, a maggior ragione se non del tutto limpido. Tutto deve apparire colorato e luccicante, chi mostra il marcio della società è un antitaliano, uno che vuole speculare sulle disgrazie altrui, una figura negativa. Il reale si deve confondere con l' irreale, lo spot pubblicitario deve essere la realtà. Nessuno meglio di Berlusconi sa quanto sia importante tutto ciò avendoci costruito il suo successo personale. Ovviamente anche la gestione di una nazione intera deve piegarsi a questa logica, per cui la consegna degli alloggi ai terremotati deve divenire uno spettacolo televisivo dove tutto sembra essere tornato come prima, la crisi finanziaria che attanaglia l'Italia deve essere smentita e di conseguenza anche la mafia deve essere addolcita e resa meno dura di quel che è realmente. Gli autori come Saviano o le trasmissioni di approfondimento che sfondano questo muro di false apparenze pertanto devono essere censurati e isolati; il re Mida non può permettersi che i suoi sudditi vengano a sapere che tutto ciò che egli tocca non è oro.
Per tutte queste ragioni propongo la bellissima lettera di risposta al presidente del consiglio dello stesso Roberto Saviano che sicuramente renderà maggiormente comprensibile l'assurdità del silenzio e la bellezza della verità

LA LETTERA DI ROBERTO SAVIANO

Fabrizio Fusco

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