Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene". Tema: la facoltà dell'anima di conoscere il vero.

venerdì 12 marzo 2010

Perchè essere "contro" Berlusconi?

Essere contro Berlusconi non significa essere nemico di Berlusconi. Questo fraintendimento è dovuto alla radicalizzazione dello scontro politico voluta proprio da lui. Essere contro Berlusconi significa soltanto che i propri valori sono totalmente diversi dai suoi e che non si può sopportare, pur accettandolo, che sia il principale rappresentante dell'Italia. Se non fosse in politica non interesserebbe quasi a nessuno quel che fa. La questione sta tutta nella concezione che si ha del rispetto delle regole. Se si ripone totale fiducia in un uomo solo, privi di un minimo spirito critico, è normale ritenere che le regole servano solo a disciplinare l'ordinaria vita quotidiana delle persone comuni, e non quella di chi è stato investito della sovranità popolare, perchè lui è il migliore, e quindi, oltre a dettare le regole, può starci comodamente seduto sopra.
Un importante costituzionalista tedesco del '900, Carl Schmitt, ha giustificato il nazismo sostenendo che la dittatura è l'unica forma possibile di democrazia immediata e diretta, distinguendo due tipi di dittatura: quella sovrana, dove il tiranno fa del popolo ciò che vuole; quella commissaria, dove il dittatore interviene fin dove è necessario per ripristinare l'unità del popolo, per poi ritirarsi. Schmitt legittima così il fùhrer prinzip, per cui il dittatore è colui che prende qualsiasi decisione a garanzia di questa unità del popolo, poichè la politica è ridotta al conflitto tra amico/nemico e all'eliminazione di tale conflitto. Quindi, visto che la rappresentanza parlamentare è sganciata dal votante ed è pure lenta nel decidere, è necessario che l'unità politica sia incarnata da qualcuno che non deve essere eletto, che deve essere totalmente indipendente: il dittatore, che farà il bene di tutti.

Le connessioni con l'attualità sono evidenti, questo è il modo di vedere la democrazia di Berlusconi e probabilmente di buona parte degli italiani, che infatti lo vota. La differenza con la dittatura commissaria è dovuta al fatto che le democrazie hanno fatto dei passi avanti e che quindi almeno il diritto di voto non è nemmeno in discussione. Oggi subentra allora la volontà, di chi lo vota, di rinunciare a qualsiasi tipo di responsabilità e di affidarsi totalmente al proprio leader, che sa quale è il bene di ciascuno, e deciderà certamente meglio di chiunque, meglio anche del diretto interessato. Questa tendenza a deresponsabilizzarsi è naturale nell’uomo, perchè scegliere è difficile e faticoso. Quante volte,presi dal dubbio, desidereremmo non dover prendere una decisione.
Quindi il 'dittatore' non prende più il potere con ogni mezzo, ma lo fa inizialmente rispettando le regole, approfittando della rinuncia delle persone alla propria libertà, ma poi, una volta che si trova lì, tutto gli è consentito, perchè questa è la volontà vera di chi lo ha eletto. Volontà che si desume dal fatto che tutto gli è perdonato e che tutto ciò che dice è preso per vero, la sua parola vale più di qualsiasi altra.
Ma allora dove sorge il problema? Sorge nel momento in cui su 50milioni di persone, la maggioranza di queste non lo vota e lui con una maggioranza relativa impone la sua tracotanza. Certo, la maggior parte delle sue attività sono svolte nell'apparente rispetto delle regole, ma a parte il creare regole apposta per sè, le altre le svuota di contenuto. E questo non è accettabile per la maggioranza degli italiani, che non riescono ad impedirlo per il semplice fatto che non sono uniti tra loro perchè non hanno la stessa fede verso un leader politico di quella che hanno gli elettori di Berlusconi. Quindi non ci vedo niente di strano in questa particolare attenzione rivolta all’attuale Presidente del Consiglio. Semplicemente è una reazione di coloro che basano la propria convivenza con gli altri sul rispetto della persona e della regole e che credono nella democrazia vera, quella democrazia che solo se sostanziale consente che i diritti di tutti vengano rispettati, che i diritti delle minoranze non siano schiacciati sotto i numeri della maggioranza (peraltro relativa).

Spero mi sia consentito di fare un paragone anche un pò forte. Questo ‘accanimento’ su Berlusconi, altro non è che un tentativo di estirpare un cancro dalla società (in egual modo lo stesso Berlusconi ha definito i magistrati), un naturale tentativo di autodifesa contro un ‘male’ che si espande a vista d’occhio, che corrompe le cellule più vicine, che si insinua nei meandri più bui, che si rinvigorisce e che prende addirittura la forza di uscire alla luce del sole e di farsi accettare per quello che è, imponendosi come rappresentante della normalità, come se la situazione non fosse mai stata diversa da così. E le cellule, ormai senza energie, imbambolate da medicine che tolgono il dolore ma che non debellano il male (televisione?), ma che anzi lo peggiorano perchè non vedendone più i sintomi non lo si può più combattere, non possono far altro che adeguarsi al sistema ‘normale’ e smettere di lottare, azione diventata troppo faticosa e ritenuta inutile. La cura è molto difficile da trovare, anche perchè il paziente non collabora per niente. Ma le cellule ancora sane non devono smettere di avere fiducia, non devono credere che da soli non si possa fare niente, perchè è proprio questa una della cause che ha permesso alla malattia di espendersi così tanto. Essa ha infatti diffuso l'accettazione ed eliminato l'indignazione e lo ha fatto alimentando due virus normalmente latenti dentro ogni cellula, quello della mancanza di fiducia in sè stessi e quello dell’egoismo. Queste cellule ancora non malate devono, quindi, curare tutte le cellule più vicine prospettandogli un futuro migliore e credendo nella sua realizzabilità. Devono quindi infondere fiducia alle altre cellule, innescando così un circolo virtuoso che farà sì che la guarigione si espanda a macchia d’olio, per arrivare fino al centro e debellare finalmente la malattia. Questo è un processo tendenzialmente lento, ma potenzialmente molto rapido, e bisogna iniziarlo ora. Sempre che non sia già cominciato.
Jacopo De Angelis

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