Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene". Tema: la facoltà dell'anima di conoscere il vero.

martedì 2 marzo 2010

IL MESTIERE PIU’ ANTICO DEL MONDO…


È cosa ormai appurata che da qualche anno a questa parte, la moralità, nel nostro paese, sta prendendo una piega un po’ strana: basti pensare che, quelle che una volta venivano chiamate prostitute, oggi sono chiamate escort o accompagnatrici.
Se una volta, il solo parlare di sesso poteva creare scandalo, oggi invece la gente sembra essere totalmente abituata alla scappatella che si concede ogni tanto il politico o comunque qualsiasi uomo che abbia incarichi pubblici, come ad esempio la presidenza di una regione, il segretariato della protezione civile o peggio ancora la presidenza del consiglio dei ministri.
Eppure, questo cambiamento di vedute, è avvenuto in pochissimo tempo: appena 15 anni fa, esattamente nel 1995, la gente si indignava ancora, e lo fece in particolar modo quando l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, fu convolto nello scandalo “sexgate” e mentì sui suoi rapporti con Monica Lewinsky; per la gente non c’era alcun dubbio, le scuse pubbliche di Clinton erano doverose perché, con quel rapporto orale consumato sotto la scrivania della sala ovale della Casa Bianca, il loro presidente, e dunque il loro rappresentante agli occhi del resto del mondo, aveva rovinato quella integrità morale evidentemente molto cara al popolo Americano.
Moralismi a parte, mi chiedo quali siano stati i cambiamenti nella società per far si che la gente non abbia più il desiderio di indignarsi e gridare allo scandalo (anche se un paio di idee me le sono già fatte…).
Fortuna che c’è la politica: ebbene si, perché se la morale della massa sta cambiando , quella dei politici d’oggi sembra essere rimasta la vecchia morale di sempre, che disprezza il libertinaggio, la volgarità ma in particolar modo la prostituzione.
Esattamente l’ 11/09/2008 il consiglio dei ministri approva un disegno di legge (ddl) scritto e proposto dal Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna: questo “ddl recante misure contro la prostituzione”, andrebbe a modificare la legge n° 75/58 , chiamata “Legge Merlin”, proposta dalla senatrice socialista Lina Merlin ed approvata nel lontano 1958.
È allora il caso di fare un passo indietro nel tempo ed analizzare meglio le conseguenze che seguirono all’approvazione di questa legge…
I primi 4 articoli sancirono la chiusura definitiva delle case di prostituzione e stabilirono inoltre le eventuali pene per trasgressori e recidivi; però una volta chiuse queste case d’incontro rimaneva il problema di come assistere le prostitute per reintegrarle nella società, ed è qui che interviene l’articolo 8 che dice: “Il Ministro per l’interno provvederà, promuovendo la fondazione di speciali istituti di patronato […] alla tutela, all’assistenza ed alla rieducazione delle donne uscenti, per effetto della presente legge, dalle case di prostituzione”.
Fin qui è tutto chiaro ma la domanda sorge spontanea: che cosa succede alle prostitute che decidono di continuare a svolgere il loro mestiere?
Per trovare una risposta basta leggere l’articolo 5: “Sono punite con l'arresto fino a giorni 8 e con l'ammenda di lire 10.000 le persone dell'uno e dell'altro sesso:
1) che in luogo pubblico od aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto;
2) che seguono per via le persone, invitandole con atti e parole al libertinaggio.
Le persone colte in contravvenzione alle disposizioni di cui ai nn. 1) e 2), qualora siano in possesso di regolari documenti di identificazione, non possono essere accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza.
Le persone accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza per infrazioni alle disposizioni della presente legge non possono essere sottoposte a visita sanitaria. I verbali di contravvenzione saranno rimessi alla competente autorità giudiziaria”.
Con il ddl proposto dal Ministro Mara Carfagna, l’articolo 5 della legge n° 75/58 verrebbe totalmente abrogato; al suo posto verrebbero introdotti due nuovi commi in aggiunta all’articolo 1 che dice: “È vietato l’esercizio di case di prostituzione nel territorio dello Stato e nei territori sottoposti all’amministrazione di autorità italiane”.
I due nuovi commi introdotti sono:
“Chiunque esercita la prostituzione ovvero invita ad avvalersene in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con l’arresto da cinque a quindici giorni e con l’ammenda da euro 200 a euro 3000.
Alla medesima pena prevista al secondo comma soggiace chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione o le contratta”.
Dunque il Governo per la prima volta nella storia decide di rendere penalmente perseguibili, non solo le prostitute, ma anche i loro clienti.
Il provvedimento di per se non dovrebbe suscitare scalpore perché se, per legge, le prostitute non possono esercitare in luoghi pubblici, dunque per strada, è giusto che neanche il cliente possa contattarle e consumare il rapporto in suddetti luoghi; ed inoltre, aspetto molto importante, il provvedimento dovrebbe porre un freno alla prostituzione e a tutto quello che gli gira intorno, come ad esempio l’immigrazione clandestina, lo sfruttamento di minori e via discorrendo…
È del tutto superfluo dire che questo provvedimento da solo non riuscirà a fermare prostitute e lenoni (magnacci): infatti, ad esempio, non esiste ancora una regolamentazione specifica per la prostituzione nella propria casa, e dunque in un luogo privato (fermo restando il divieto per la costituzione di case finalizzate allo sfruttamento della prostituzione); stando anche ad un’indagine specifica operata della commissione Affari sociali della Camera, le prostitute sarebbero in Italia dalle 50mila alle 70mila di cui il 65% lavora in strada, il 29,1% in albergo ed il resto in case private; credo inoltre che l’introduzione di ulteriori divieti non sia utile a sconfiggere una volta per tutte questo problema…dunque che fare?
Dal 1958 a oggi, sono stati molti i tentativi di abrogazione o comunque di modifica della legge Merlin ed in particolar modo, nel gennaio 1990, Antonio Bruno (psdi) presentò una richiesta di referendum abrogativo della Merlin, dichiarato ammissibile dalla Cassazione nel 1994, ma che non ebbe seguito; pare inoltre che la stessa Lina Merlin, negli ultimi anni della sua vita, rimpianse, vedendone le conseguenze, quella sua vittoriosa battaglia.
Ormai è cosa appurata che l’uomo non può, ma soprattutto non vuole, rinunciare al mestiere più antico del mondo e dunque tutti i provvedimenti come quello approvato di recente, finalizzato alla punizione dei clienti di prostitute, risultano del tutto inutili; un esempio concreto ce lo danno i nostri politici, sempre più presenti nelle cronache rosa dei telegiornali (TG1 escluso ovviamente), intercettati telefonicamente da pm o colti in flagranza di reato tra le braccia di signorine, o signorini a seconda dei gusti.
Per evitare di superare quel limite di decenza nei confronti dell’intelletto del popolo italiano, o almeno di una parte di esso, credo sia giunto il momento di mettere da parte tutti i moralismi che ci hanno accompagnato fino ad oggi ed iniziare ad affrontare seriamente la problematica della prostituzione fino ad arrivare anche all’ipotesi di riaprire le case di tolleranza; è solo così che si potrà dire di aver fatto qualcosa di utile per tutelare tutte quelle donne o uomini che hanno deciso, o sono state obbligate, ad esercitare il mestiere più antico del mondo.

Amodeo Emanuele

Per approfondire:
Legge Merlin
Ddl recante misure contro la prostituzione (Mara Carfagna)

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