Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene". Tema: la facoltà dell'anima di conoscere il vero.

martedì 4 maggio 2010

ITALIANISTAN: IL PAESE DELLE LIBERTA' PARZIALI

Freedom House è un istituto di ricerca, situato a Washington D.C. che ha come obiettivo la promozione della democrazia liberale nel mondo. Ogni anno questa associazione non governativa compila dei rapporti sulla libertà di stampa, con lo scopo di misurare il livello di libertà di stampa ed indipendenza editoriale raggiunto in ogni nazione del mondo. I gradi di libertà vengono inseriti in una scala da 1 (per i paesi più liberi) a 100 (per quelli meno liberi). In funzione dei risultati, le nazioni vengono quindi classificate in "Libere" (colore verde nella foto), "Semi-libere" (colore giallo), o "Non libere" (in rosso). Per vedere come è messa la nostra amata penisola (anche rispetto all'anno scorso) pubblico il seguente articolo apparso sul sito nuovaresistenza.org

L’Italia è un paese la cui stampa è parzialmente libera, come il Sudafrica, le Filippine, il Congo, la Thailandia e il Nepal, classificandosi al 72° posto nel mondo, sorpassati da Tonga (che l'anno scorso condivideva con noi il 73° posto) ma al pari di Hong Kong, Benin e India. (clicca qui per vedere la classifica). Lo dice il rapporto di Freedom House, organizzazione indipendente Usa fondata nel 1941 per garantire nel mondo le libertà, diffuso ieri in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa. “La libertà d’espressione è fondamentale per tutte le altre libertà. L’ordinamento legislativo, le elezioni libere, i diritti delle minoranze, la libertà d’associazione, e un governo responsabile dipendono da una libertà di stampa che può mettere in pratica la sua funzione di controllo e vigilanza”, ha detto Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Freedom House.
I paesi con una maggiore libertà di stampa sono, secondo il rapporto 2010, la Finlandia, l’Islanda, la Norvegia e la Svezia mentre gli Stati Uniti si classificano 24esimi e la Gran Bretagna 26esima. Come lo scorso anno, tra i paesi dell’Europa occidentale l’Italia è penultima e sola, con la Turchia, ad avere una stampa semi-libera nonostante la libertà di stampa sia tutelata nel nostro Paese dall’articolo 21 della Costituzione. Fino al 2003 la stampa italiana era considerata libera ma, a partire dal 2004, Freedom House ha relegato l’Italia nel gruppo dei paesi di fascia B. “Il ritorno al potere di Berlusconi nell’aprile 2008 gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle (televisioni) pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati”, dice l’edizione del 2009 commentando la realtà italiana e ricordando come “il primo ministro sia il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia”. Secondo l’organizzazione di vigilanza Usa, la libertà di stampa è diminuita globalmente per l’ottavo anno consecutivo, con un calo regionale nell’Africa sub-sahariana, nell’America latina e nel Medio Oriente mentre l’unica area geografica a migliorare è l’Asia del sud. Inoltre, secondo il rapporto 2010, “Cina, Russia e Venezuela hanno sistematicamente violato la libertà di Internet e dei nuovi mezzi di comunicazione”. I paesi agli ultimi posti di questa classifica sono Libia, Birmania, Turkmenistan e Corea del Nord (196esima), paesi in cui la stampa è non-libera. Nel mondo, soltanto una persona su sei vive in un paese con una stampa considerata libera da Freedom House. “I giornalisti sono sempre più vittime di aggressioni e di omicidi, una tendenza sostenuta dall’impunità dei passati crimini”, dice il rapporto di Freedom House. Il 10 aprile scorso l’ultima vittima Reuters in Thailandia, Hiro Muramoto. Nei primi mesi del 2010, sono morti 24 giornalisti di cui 10 sicuramente esercitando la propria professione — 2 in Pakistan, 2 in Nigeria, 1 in Afghanistan, 1 in Angola, 1 in Messico, 1 in Yemen, 1 in Thailandia e 1 in Camerun — mentre 14 in contesti ancora non chiariti ma comunque oggetto d’indagine. Nel 2009 hanno invece perso la vita 96 giornalisti, 71 dei quali uccisi nel tentativo di svolgere il proprio mestiere. Ulteriori dettagli sono consultabili all’indirizzo cpj.org/killed/.
La giornata mondiale della libertà di stampa, celebrata ogni 3 maggio, è stata istituita nel 1993 dalle Nazioni Unite per promuovere una stampa libera e per ricordare i giornalisti che hanno perso la vita per e nel proprio lavoro.

Di seguito pubblico una simpatica lettera che forse potrà aiutarci a comprendere come mai ci troviamo tra i paesi semi-liberi:

- Salve, sono un cittadino dell'Italianistan !
- Vivo a Milano DUE in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio.
- Lavoro a Milano in una azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio
- Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
- Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio
- Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
- Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
- Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
- Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.
- Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.
- Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio.
- Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
- Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse!!!!!!!!!!!!!
- Per fortuna!



P.S. Se ancora vi state chiedendo come mai nessuno ha dato questa notizia al telegiornale la risposta mi sembra abbastanza evidente: se l'avessero data saremmo un paese libero.

Fabrizio Fusco

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